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Che forme assume la formazione apprendistato professionalizzante?

20 Novembre 2024

La formazione apprendistato professionalizzante: forme e funzionamento

L’apprendistato impone sull’azienda che lo organizza un “obbligo di formazione”. Questo consiste, come si può immaginare, nel dover formare l’apprendista seguendo certe regole. Ma quali sono queste regole esattamente? Cosa richiede di preciso tale obbligo? Come funziona la formazione apprendistato professionalizzante, e che forme può assumere? Deve organizzarla l’impresa, o può affidarsi ad un altro ente? E in tal caso, a chi può fare riferimento? Queste sono domande piuttosto comuni, a cui è però necessario rispondere se si vuole fare uso di questo importante strumento. Cerchiamo dunque di fare un po’ di luce su questo argomento.

La formazione apprendistato professionalizzante: cos’è e come funziona?

Innanzitutto dobbiamo chiederci: cos’è la formazione per apprendistato professionalizzante? In breve, gli apprendistati richiedono che le imprese che li organizzano rispettino una serie di obblighi. Per la maggior parte, questi corrispondono a quelli dovuti nei confronti di un regolare dipendente, come quelli di pagare la retribuzione e rispettare la contrattazione collettiva. Ad essi si aggiunge però quello di formare l’apprendista, detto, appunto, “obbligo di formazione”. Questo obbligo comporta quindi che il datore di lavoro fornisca un certo numero di ore di formazione tecnica e di base. Queste servono a fornire al partecipante tutte le competenze necessarie sia per lavorare in generale, sia per svolgere uno specifico mestiere. Ovviamente, in quanto obbligo imposto dalla legge, violarlo porta a conseguenze economiche e legali. Più nello specifico, se l’azienda non fornisce la formazione obbligatoria apprendistato professionalizzante richiesta, essa dovrà:

  • Pagare una sanzione dal valore compreso tra i 100 e i 600 euro, che può crescere fino a 1500 in caso di recidività;
  • Annullare l’apprendistato, ed assumere l’apprendista con regolare contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, indipendentemente dal suo livello di preparazione;
  • Pagare la differenza tra i contributi versati con le agevolazioni garantite dall’apprendistato e il loro valore normale.

Per quanto riguarda invece la formazione apprendisti stessa, questa può assumere due forme. La prima è chiamata tecnico-professionale, interna o “on the job”, mentre la seconda è detta di base e trasversale o esterna. Andiamo quindi ad esaminarle entrambe.

La formazione interna: competenze tecniche e apprendimento sul lavoro 

Iniziamo dunque dalla formazione interna apprendistato. Questa è detta “interna” in quanto è organizzata e si svolge all’interno dell’azienda stessa. Più specificatamente, all’inizio dell’apprendistato l’impresa si occupa di determinare un piano formativo individuale, PFI. Questo documento, definito in base alle indicazioni del CCNL di riferimento, stabilisce quindi il percorso formativo che verrà seguito dall’apprendista. Questo percorso è però altamente variabile, in quanto dipende dal lavoro che il partecipante deve imparare, dai CCNL e dall’impresa che lo realizza. Argomenti, durata e altre caratteristiche possono quindi cambiare di caso in caso. Solitamente è però richiesto che l’apprendista riceva un totale di 80-320 ore di formazione tecnico-professionale. Ma a cosa si riferisce esattamente questo termine? In breve, la formazione interna si concentra sul fornire competenze specifiche per svolgere un particolare mestiere, le cosiddette “hard skills”. Si tratta, effettivamente, di una formazione professionalizzante, mirata a fornire le competenze tecniche per intraprendere una professione, da cui il nome.

Per concludere, torniamo quindi ai nomi. Abbiamo visto perché sia chiamata formazione interna apprendistato professionalizzante, e perché ci si riferisca ad essa come formazione tecnico-professionale. E per quanto riguarda “on the job”? Quest’ultimo termine è dovuto al fatto che questa formazione avviene, per l’appunto, lavorando. L’apprendista, affiancato da un tutor aziendale che lo educa e sostiene, apprende le conoscenze che gli serviranno attraverso l’esperienza pratica.

La formazione di base e trasversale nei corsi apprendistato

Le cose sono invece estremamente diverse nel caso della formazione esterna apprendistato professionalizzante. In primis, come si può capire dal nome, essa avviene esternamente all’azienda. In realtà è teoricamente possibile per un’impresa fornire anche questo tipo di formazione internamente. Tuttavia ciò accade piuttosto raramente, in quanto questo approccio è più complicato e meno efficace. Al contrario, la maggior parte degli imprenditori preferisce affidarsi ad enti specializzati, che si occupano di organizzare e gestire corsi di formazione apprendisti. Qui emerge una seconda differenza tra i due: la formazione esterna avviene tramite corsi ben regolamentati, e non sul lavoro. Questi corsi, come si può immaginare, si svolgono in luoghi stabiliti dall’ente che li organizza, il che generalmente vuol dire la loro sede. Di conseguenza questa formazione è esterna sia in termini di organizzatore che di località, oltre a differire da quella interna anche per quanto riguarda il funzionamento. In aggiunta a ciò cambiano però anche gli argomenti: i corsi per apprendisti si occupano infatti di formazione di base e trasversale. Con questo termine si indica una serie di competenze applicabili in numerosi ambiti differenti o necessarie per lavorare. Parliamo, ad esempio, di capacità di comunicazione e di sicurezza sul lavoro. A stabilire quali siano esattamente le competenze trattate sono le Regioni, che definiscono un programma che tutti i corsi apprendistato professionalizzante devono rispettare.

Concludiamo infine questa sezione parlando brevemente della struttura assunta da questi corsi. In breve, essi sono divisi in “annualità”. Ogni annualità è un corso separato, dalla durata di 40 ore, e gli apprendisti devono frequentare un certo numero di annualità in base al loro titolo di studio. Un laureato, ad esempio, dovrà partecipare solo alla prima, mentre una persona priva di qualsiasi diploma dovrà essere iscritta a tutti e tre.

A chi rivolgersi per la formazione esterna: gli utili corsi di CLOM

Vediamo quindi di ricapitolare ciò di cui abbiamo discusso: con “formazione apprendistato” ci si riferisce all’obbligo imposto ai datori di lavoro di formare i propri lavoratori, fornendo loro una serie di competenze. Queste possono essere di due tipi, tecnico-professionali, o di base e trasversali, e le due sono diametralmente opposte in tutti i sensi. La seconda delle due è però per noi più interessante, in quanto essa dipende da enti esterni che si occupano di realizzare i corsi obbligatori per apprendisti. Ma come si fa a trovare un buon corso di formazione apprendistato professionalizzante

Per le imprese che operano in Lombardia, una delle opzioni migliori è quella di rivolgersi a CLOM, che offre corsi di formazione per apprendisti per la prima e seconda annualità particolarmente interessanti. Questi possono infatti essere finanziati, e si svolgono completamente online, rendendoli così accessibili ad un pubblico molto più ampio. In aggiunta a ciò sono anche disponibili diverse edizioni e fasce orarie tra cui scegliere, permettendo all’impresa di scegliere quando e come svolgere la formazione. E, infine, questi corsi garantiscono non solo un alto livello di qualità, ma anche l’assistenza di un team di esperti in caso di necessità. Si tratta, insomma, di un’ottima scelta per un imprenditore che deve soddisfare l’obbligo di formazione.

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