Impresa femminile: un virtuoso effetto moltiplicatore
In Italia, le donne sono debolmente rappresentate sia a livello imprenditoriale, dove costituiscono solo il 22% degli imprenditori italiani contro una media UE che si attesta al 32%, sia a livello di posizioni aziendali: meno di un terzo occupa ruoli di leadership (32%). Eppure l’imprenditoria femminile è fondamentale per l’economia del futuro perché dà vita a un effetto moltiplicatore virtuoso: la creazione di un posto di lavoro femminile sembra, infatti, contribuire attivamente alla nascita di altri, soprattutto nel settore dei servizi.
Se nella società ci sono più donne attive, e, di conseguenza, un numero maggiore di talenti disponibili sul mondo del lavoro, si genera maggiore ricchezza e un incremento di consumi e servizi e, in ultima istanza, un effetto sul PIL. Un circolo economico virtuoso che fa sentire le proprie conseguenze anche nell’ambito imprenditoriale e finanziario, su cui lo spirito di iniziativa economica e creativa femminile ha un impatto più che positivo.
Impresa al femminile? CLOM!
CLOM, Società Accreditata da Regione Lombardia per i servizi al lavoro e per la formazione, da oltre vent’anni sul mercato è un esempio perfetto di imprenditoria femminile. Guidata da Roberta Milesi, Presidente e Direttrice Generale, può contare su un team formato quasi esclusivamente da donne. Dall’amministrazione ai servizi al lavoro, dalla segreteria generale alla contabilità fino al comparto commerciale dove, eccezion fatta per il Responsabile Angelo Costantino, la squadra è al femminile, così come per il marketing, la comunicazione, la formazione…
Donne e imprenditoria: tre domande a Roberta Milesi
Secondo Roberta Milesi, il fatto di avvalersi di risorse prevalentemente al femminile non è un caso “CLOM si occupa di formazione e di lavoro che sono da sempre gli ambiti in cui le donne sono maggiormente discriminate. Pensiamo al gender gap legato alle famigerate materie STEM, alla scarsa presenza di studentesse nelle facoltà scientifiche. E certamente non si tratta di maggiori competenze del genere maschile o di una sorta di “predisposizione genetica”. Tutt’altro… Credo che abbia a che fare con le opportunità lavorative: dopo la laurea, nel mondo del lavoro le donne risultano ancora penalizzate. E più penalizzate nel mondo tecnico scientifico, per ragioni anche e, forse soprattutto, culturali. CLOM è una realtà che vuole, nel suo piccolo, generare un cambiamento nel mondo della formazione e del lavoro: puntare sul femminile fa parte di quel piccolo cambiamento che vuole portare”.
Quali sono gli altri cambiamenti che CLOM vorrebbe attuare?
“Una maggior semplificazione nella comunicazione che riguarda le tematiche del lavoro e della formazione professionale. A volte mi sembra ci sia come una cappa che fa apparire tutto molto complesso e burocratico. Ci piacerebbe che si cogliessero sempre le opportunità che questo mondo offre e stiamo cercando di farlo in un modo più leggero, che non significa affatto superficiale. Certo non è facile, il burocratese è sempre dietro l’angolo e a volte le informazioni da dare sono complicate. Ma ci piace mettere in luce gli aspetti positivi, la bellezza di un’occasione da cogliere, per le aziende e per tutti”.
Se dovessi scegliere uno tra i servizi che CLOM offre e che si distingue per essere un’opportunità importante, quale suggeriresti?
“Io ho iniziato il mio percorso formativo con un tirocinio. E’ vero che il mondo è cambiato rispetto ai miei tempi e cambierà moltissimo nei prossimi anni. Ma una cosa non è cambiata e non credo lo farà in futuro: la formazione teorica non è mai bastata e continuerà a non essere sufficiente. La maggior parte delle risorse di CLOM ha fatto il primo passo così. Noi continuiamo a intendere il tirocinio come l’andare a bottega di una volta e troviamo che sia ancora indispensabile.
Va usato correttamente, nel rispetto dei lavoratori, perché il periodo di formazione in azienda sia utile a entrambi e non sia sfruttamento per nessuno. Se si seguono le regole è un ottimo ingresso nel mondo del lavoro per lavoratrici e lavoratori che possono acquisire competenze specifiche e conoscere da vicino i valori e il know how di un’azienda. Ed è un modo per quest’ultima per conoscere approfonditamente un potenziale nuovo assunto, formandolo sul campo.
Impresa femminile: una scommessa da vincere
La strada per la gender equality nel mondo del lavoro appare purtroppo ancora lunga: secondo il Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum il divario di genere globale è stato colmato al 68,1%. Al ritmo attuale, potrebbero essere, quindi, necessari 132 anni per raggiungere la piena parità. C’è sempre più bisogno di Imprese virtuose che possano svolgere un ruolo centrale, attraverso policy inclusive e iniziative di formazione, sensibilizzazione e di welfare aziendale. Per dirla con Lao Tzu “anche un viaggio di mille miglia inizia con un piccolo passo”…
